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2021

Reinas

Zaza Calzia, Maria Lai, Lalla Lussu, Rosanna Rossi

date: da settembre a giugno 2021

Nel Sulcis Iglesiente, nella parte sud occidentale della Sardegna, a Villamassargia, esiste un orto secolare di ulivi innestati dagli abitanti tra il 1300 e il 1600 chiamato “S’Ortu Mannu”, l’orto grande. All’interno del parco di oltre tredici ettari, dimorano più di settecento ulivi secolari affidati alle cure delle famiglie del paese; tra di essi campeggia uno degli ulivi più antichi d’Europa chiamato “Sa Reina”: La Regina.

Con oltre 16 metri di circonferenza del tronco, le sue chiome verdissime, i rami nodosi, “Sa Reina” sfida il tempo, le stagioni, la storia. Madre, guardiana coraggiosa, difende il territorio e quel poco che resta dell’antico sconfinato dominio. La Sardegna è spesso un racconto al femminile, che affonda le sue radici nella Preistoria per giungere, con un bagaglio inestimabile di saperi antichi, alle soglie del nostro tempo. Prima dee, poi regine, poi artiste il viaggio prosegue, cambiano le armi ma il principio di resilienza resta immutato, quasi fosse geneticamente trasmesso, anche quando, l’occhio attento, mette a fuoco oltre il mare il mondo con la sua contemporaneità.

La mostra Reinas raccoglie e presenta le opere di quattro tra le più importanti artiste di Sardegna, tre generazioni a confronto e un focus sulla produzione dagli anni ‘70 ai giorni nostri.

Parliamo di quattro piccole antologiche dedicate a Maria Lai, Zaza Calzia, Rosanna Rossi e Lalla Lussu interconnesse tra loro a sottolineare punti di contatto e diversità di ricerca. Il percorso è tracciato da altrettante parole chiave che vogliono suggerire il tema caratterizzante dei nuclei selezionati lungo una narrazione che è anche scoperta, sorpresa, riflessione, in un tempo che scorre in ritmi differenti per creare esperienze personali e condivise.

Ecco quindi l’ago di Maria Lai sfilato da un muro cucito per “legare collegare” insieme i quattro temi della Parola, del Ritmo, del Colore e del Segno come capitoli selezionati da un unico libro. Immergendoci nella spiritualità di Lai, nell’ironia giocosa di Calzia, nei colori solari di Lussu, nel rigore estetico di Rossi scopriremo inusitate esperienze di ricerca che restituisco un territorio aggiornato, distante dagli stereotipi più comuni, dove isola non è isolamento ma spazio di convivenze in cui sottili rimandi tra passato e presente sono più chiari, meno disturbati da rumori bianchi. Sull’isola i silenzi profumano di eterno, ecco perché è più facile ascoltare. Attraverso quattro tra le artiste più note del panorama sardo s’intende individuare un percorso comune che restituisce la capacità di trattare elementi peculiari della storia, della cultura, della natura del territorio sardo per restituirli alla collettività elaborati in linguaggi contemporanei aventi la straordinaria capacità di varcare geograficamente i confini “regionali” per divenire patrimonio collettivo internazionale.

Zaza Calzia

Zaza Calzia nasce a Cagliari nel 1932. Compie studi artistici presso l’Istituto Statale d’Arte di Sassari. Dal 1961 ha diretto il laboratorio di decorazione pittorica con l’insegnamento di progettazione e il disegno professionale dell’Istituto d’Arte di Sassari e ha fatto parte del “Gruppo A”. Negli stessi anni svolge l’attività di designer per l’artigianato e l’industria. Dal 1967 si occupa di libri per l’infanzia. Socia nella cooperativa “Prove 10”, ha pubblicato nel 1974 a Roma “Un Paese” (una favola colorata). Dal 1975 al 1997 ha diretto, presso l’Istituto Statale d’Arte di Roma 2, il laboratorio di decorazione pittorica con l’insegnamento della progettazione e del disegno professionale. Svolge la sua attività artistica a Roma, dove risiede dal 1970.

Maria Lai

Maria Lai nasce nel 1919 a Ulassai. Fin da bambina mostra uno spiccato talento artistico e ha l’opportunità di entrare in contatto con il mondo dell’arte (posa per lo scultore Francesco Ciusa per un ritratto della sorellina scomparsa). Pochi anni dopo, la famiglia decide di iscriverla alle scuole secondarie di Cagliari, dove conosce Salvatore Cambosu che per primo scopre la sua sensibilità artistica. Nel 1939 si trasferisce a Roma per frequentare l’Istituto d’Arte e, successivamente, nel 1943 a Venezia, dove segue le lezioni di Arturo Martini all’Accademia delle Belle Arti.
Rientra in Sardegna, non senza difficoltà, nel 1945. Qui riprende l’amicizia con Cambosu e insegna disegno nelle scuole elementari di Cagliari. Ritorna a Roma nel 1956 e, l’anno successivo, presso la galleria L’Obelisco, tiene la sua prima personale. L’attenzione critica ricevuta in quell’occasione non soddisfa però le attese personali dell’artista che inizia così un lungo periodo di riflessione in cui ritrova il mondo dei poeti e degli scrittori, fra i quali Giuseppe Dessì.
Nel 1971, presso la Galleria Schneider di Roma, espone i primi Telai, un ciclo che caratterizza i dieci anni successivi e l’avvicina ai temi dell’arte povera. Nel 1978 partecipa alla mostra “Materializzazione del linguaggio”, evento collaterale della Biennale di Venezia curato da Mirella Bentivoglio, con i primi “libri cuciti” mentre negli anni Ottanta dà vita alla serie delle “Geografie” e si dedica alle prime operazioni sul territorio. Nel 1981 realizza a Ulassai la performance collettiva “Legarsi alla Montagna” che anticipa i temi e i metodi di quella che sarà definita, oltre un decennio dopo, come “arte relazionale”. A partire dagli anni Novanta realizza una serie di interventi di arte pubblica che riusciranno a trasformare il suo paese natale in un vero e proprio museo a cielo aperto.
Nel 2006 istituisce a Ulassai la “Stazione dell’Arte”, museo di arte contemporanea a lei dedicato che custodisce le opere più significative del suo percorso artistico. Il 16 aprile 2013 si spegne all’età di 93 anni. Nel 2017 alcune sue opere figurano in contemporanea nelle principali rassegne periodiche internazionali, come la Biennale di Venezia e Documenta a Kassel e Atene. Nel 2019, in occasione del centenario della sua nascita, il MAXXI di Roma le dedica la retrospettiva “Maria Lai. Tenendo per mano il sole” e l’Istituto Italiano di Cultura di Parigi organizza la sua prima monografica in Francia, “Maria Lai. Suivez le rythme”, che la consacrano sulla scena internazionale come una delle figure più originali e innovative del panorama artistico della seconda metà del Novecento.

Lalla Lussu

Lalla Lussu è nata a Cagliari dove ha vissuto e lavorato per gran parte della sua vita. Consegue il diploma al Liceo Artistico Statale Foiso Fois e la laurea in Storia dell’Arte Contemporanea con una tesi sull’artista Enrico Castellani. Dal 1984 è docente di Discipline Pittoriche, presso il Liceo Artistico Statale Foiso Fois di Cagliari,città nella quale vive e lavora. Nel 1971 frequenta il corso di pittura presso l’Internatìonale Sommerarakademìe fur Bildende Künst di Salisburgo con il maestro Heinz Trökes, e nel 1989, con il maestro Jörg Immendorf. Dal 1982 al 1984 frequenta i corsi d’incisione presso l’Accademia Raffaello d’Urbino e nel 1997/1998 i corsi avanzati d’incisione tenuti dal maestro fiammingo Enk de Kramer presso il Museo ExMà di Cagliari. In seguito alla prima mostra personale del 1977, presentata da Giorgio Pellegrini, confronta il suo lavoro con quello di altri giovani artisti italiani, partecipando a mostre come il Premio San Fedele e Quadri Giovani 1981 a Milano e Territorialità dell’arte a Capo d’Orlando (Palermo), curata dal critico Simonetta Lux. Dal 1982 partecipa al programma di mostre proposte dalla gallerista Sandra Piras, nel suo storico spazio Chironi 88 di Nuoro, dal titolo Istanze Contemporanee. Negli anni Ottanta-Novanta l’attenzione è catturata da un’espressione pittorica che la stessa artista definisce “astratto ma non troppo”. Dal fondo marino popolato di pesci alla terra, dall’abissale alle radici, all’essere vivente, fiore o albero, petalo e foglia, fusto e fronda, e ne sono testimonianza le mostre “La preponderanza delle cose piccole”, “Tempere”, “Un albero ancora bambino balla e canta sull’erba”, “Insularità” (curata dal critico Giuliana Altea), “Lontane radici del senso” (presentata dal critico Caterina Limentani Virdis), “Preghiera e Pentimento. Nel 2000, alla mostra Attraversamenti, a cura dell’Associazione Culturale “Man Ray”, espone le sue prime Icone, presentate dal critico Ivo Serafino Fenu. Nel 2003 presenta 19 grandi Icone Urbane al Lazzaretto di Cagliari, a cura di Alessandra Menesini. Dopo la partecipazione nel 2003 alla mostra dedicata a “Sardae Patronus Insulae Sublimis Inter Martires”, decide di rivolgere tutta la sua attenzione e il suo impegno alla tecnica dell’acquerello e alla possibilità di nuove sperimentazioni; a tale proposito si ricorda la mostra del 2005 “Duetto d’Artista” all’Exmà di Cagliari dall’intrigante sottotitolo “RA MA DU RA” e la partecipazione alla mostra Carte e…carte, organizzata dal Centro Culturale Man Ray, con un opera Ziqqurat/Taruqquiz del 2007. Da 2009 al 2012 partecipa ad una serie di mostre collettive “Riflessi”, “Bianco come la Pece”, “Stanze”, dove l’impegno verso la tecnica dell’acquerello è sempre più sperimentale rivolgendo la massima attenzione al coinvolgimento dello spazio e dello sguardo. Nel 2011 nella mostra personale dal titolo: “I fiori sbocciano…presto raggiungerò il bosco”, presentata dallo storico dell’arte Marisa Frongia, realizza con carta e acquerello un’installazione site specific dedicata al mondo vegetale. Recentemente ha collaborato con artisti e architetti al recupero d’alcune aree urbane della città di Cagliari, partecipando nel 2000 al progetto “Dieci artisti per il Favero”, nel 2001 al progetto “Piazza d’Arte” e nel 2010 al progetto “Open Show” nella città di Sassari. Dal 2009 al 2012 ha preso parte alle mostre di New Design “SiediTi”, “Contenitori alT”, “TVB”, con opere tridimensionali realizzate con lana lavorata ai ferri. Nel 2012 è stata scelta per rappresentare la Regione Sardegna alla Biennale dell’acquarello di Albignasego (PD). Nel 2013 con la mostra “Acquarelli” presenta la sua opera nella Cittadella dei Musei di Cagliari. Dal 2012 l’artista inizia a lavorare su teli di lino naturale, stoffe plissettate e dipinte a mano in cui l’instancabile ricerca sui legami tra Arte e Natura incontra il suo mondo ideale e spirituale. È del 2017 la mostra Cortecce a cura di Efisio Carbone, con gli allestimenti di Giorgio Dettori, presso lo Spazio (IN)visibile di Cagliari. Dal 2018 inizia la collaborazione con la Galleria di Marina Bastianello che ha presentato la sua ultima ricerca in una mostra antologica a Mestre a cura di Efisio Carbone oltre a promuovere il lavoro in fiere nazionali e internazionali.

Rosanna Rossi

Nata nel 1937 a Cagliari dove vive e lavora. Compiuti gli studi presso L’istituto d’Arte Zileri di Roma rientra nell’isola nel 1958. Dopo le prime esperienze all’interno delle attività di Studio 58, caratterizzate da una figurazione espressiva, alterata da suggestioni materiche, la sua ricerca si orienta nel decennio successivo verso un’astrazione che fa interagire reminiscenze naturalistiche nell’uso del colore con le connotazioni segniche di matrice informale. Gli sviluppi successivi, pur con periodici s confinamenti nell’ambito del ready-made, mantengono questa ambivalenza progettuale, oscillando costantemente tra un ordine costruttivo di ascendenza concreta e soluzioni materico-espressive dell’astrazione neoinformale. Docente al liceo artistico dal 1968 al 1983, ha insegnato in vari corsi di specializzazione e dal 1984 al 1990 all’Istituto Europeo di Design. Dal 1970 inizia a occuparsi di installazioni permanenti in spazi pubblici. Il suo lavoro continua a scandagliare i linguaggi tradizionali ma all’interno di una figurazione inusitata. In parallelo al proprio linguaggio pittorico identifica nuove possibilità espressive ottenute con materiali poveri, trovati, diversamente utilizzati, scavalca la tradizione precedentemente espressa. Attualmente l’artista lavora con la Prometeo Gallery di ida Pisani che ha presentato le sue opere in una mostra antologica a Milano oltre a promuovere il lavoro in fiere nazionali e internazionali.