Archivio per: 2018

La Città di Nichelino, sotto l’egida di Sistema Cultura, è lieta di presentare la prima mostra antologica con la direzione artistica di MEF – Museo Ettore Fico organizzata alla Palazzina di Caccia di Stupinigi, in collaborazione con Ordine Mauriziano e Reverse Agency, con il patrocinio di Regione Piemonte e Città di Torino.

Con una selezione di oltre ottanta importanti opere provenienti da collezioni pubbliche e private, il MEF – Museo Ettore Fico propone nelle Cucine Reali della residenza sabauda una mostra antologica dedicata a Luigi Serralunga, valente pittore e interprete della cultura artistica italiana a cavallo fra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo.

Location

Palazzina di Caccia di Stupinigi – Cucine Reali
Piazza Principe Amedeo, 7 – Nichelino

Orari

  • Dal martedì al venerdì dalle 10.00 alle 17.30 (ultimo ingresso ore 17.00)
  • Sabato, domenica e festivi: dalle 10.00 alle 18.30 (ultimo ingresso ore 18.00)
  • Lunedì: chiuso

Biglietteria

Tel. +39 011 6200634
E-mail: biglietteria.stupinigi@ordinemauriziano.it

Il Museo Ettore Fico di Torino ha il piacere di presentare due mostre dedicate a Niki de Saint Phalle, figura maggiore e unica esponente femminile del Nouveau Réalisme.

Le due esposizioni, Antologica e Il Giardino dei Tarocchi, verranno realizzate in collaborazione con la Fondazione Niki de Saint Phalle di Santee in California e il MAMAC di Nizza, anche attraverso l’apporto di importanti collezioni private internazionali.

Le due mostre potranno rappresentare, oltre a un importante progetto artistico, un’occasione per rinnovare e intensificare le proficue relazioni di scambio culturale fra la Francia e l’Italia.

Vasta retrospettiva, organizzata in collaborazione con Fundacion Mapfre di Madrid, dedicata a Duane Michals, uno dei fotografi contemporanei che ha rinnovato il linguaggio fotografico con maggiore intensità. Artista in bilico tra fotografia e poesia, Michals è uno dei nomi più prestigiosi dell’avanguardia americana.

Negli anni Sessanta attiva un nuovo approccio alla fotografia che non pretende di documentare il fatto compiuto, il “momento decisivo”, o di affrontare gli aspetti metafisici della vita.

“Quando guardi le mie fotografie, stai osservando i miei pensieri”.

In questa frase si trova la chiave per leggere l’opera completa di Duane Michals: un’opera che corrisponde alla sua filosofia di vita.

La mostra è realizzata secondo un percorso espositivo suddiviso in sezioni che mostrano le diverse modalità espressive gradualmente inventate da Michals, nonché le diverse serie realizzate su argomenti specifici nel tempo.

Importante retrospettiva, organizzata in collaborazione con il Civico Archivio Fotografico del Comune di Milano, di Paolo Monti, uno tra i più importanti fotografi italiani del Novecento.

Dirigente d’industria, si appassiona alla fotografia al punto da sceglierla come professione, affiancandola a un’intensa attività di critica e di curatela. Dopo essersi avvicinato alla pratica fotografica, sin dagli anni Venti, nel Dopoguerra si trasferisce a Venezia, città che segna una svolta, sia per il contatto con la realtà lagunare, sia per l’incontro con quel gruppo di fotografi con i quali nel 1948 avrebbe fondato il Circolo fotograficoLa Gondola ”. Dal 1953 è a Milano dove consolida l’attitudine critica e sperimentale diventando uno degli autori più affermati anche a livello internazionale.

In modo certo singolare, rispetto alla realtà italiana, Monti affiancò sempre alla sua intensa attività professionale una significativa produzione sperimentale e artistica, che lo portò a misurarsi con fotogrammi, chimigrammi e varie sperimentazioni con materiali a colori.

La mostra ripercorre l’attività di Ferenc Pintér, una fra le voci più complesse e creative della grafica del XX secolo, nel decimo anniversario dalla sua scomparsa.

Pintér è infatti riconosciuto come un illustratore che ha lasciato un segno a livello mondiale. La sua opera è caratterizzata dall’impostazione grafico-cartellonistica mitteleuropea, la sua espressività risente di una cultura pittorica e artistica profondissima, con citazioni e richiami talvolta espliciti, talvolta sotterranei e incrociati. Le sue immagini sono realizzate principalmente a tempera, il suo mezzo d’elezione, ma talvolta anche a china, marker e con tecniche miste anche elaborate.

Dalla sua mano sono nate illustrazioni potenti e sintetiche, racconti in un’immagine, ormai divenute parte dell’immaginario collettivo. Celebri sono le copertine Mondadori (tra le più famose le serie dedicate al Commissario Maigret e l’immensa produzione per Oscar e Omnibus Gialli).

La mostra ripercorre la sua opera tra originali e rielaborazioni personali del lavoro editoriale, con una selezione di oltre 150 opere tra tavole a colori, schizzi in banco e nero, chine e layout.

La multiforme attività di Pintér viene ripercorsa spaziando dai manifesti realizzati in opposizione al regime sovietico fino a un focus importante dedicato alle poetiche tavole di Pinocchio, pubblicate postume nel 2011.

La mostra intende porre in luce il rapporto a lungo intercorso tra Filippo de Pisis e le fonti pittoriche del presente e del passato. L’approccio alla pittura da parte dell’artista nasce grazie all’amore e alla passione per la storia dell’arte, il culto per la tradizione ferrarese del Costa e del Francia, e si sviluppa nell’arco di un trentennio secondo varie passioni di volta in volta inseguite, percorse, collezionate e ritrovate.

De Pisis, visitando e studiando le opere nei musei, ritrova le proprie radici legate al naturalismo e alla pittura francese, scopre se stesso e la propria ispirazione. Dal confronto con i contemporanei de Chirico, Savinio e Carrà, in gioventù egli focalizza la propria attitudine a collezionare il mondo come pratica cosciente di riflessione metaforica e metastorica, in senso metafisico.

Dall’incontro con la passione pittorica di Soutine, con il pastello rapido di Toulouse-Lautrec, riceve a Parigi lo stimolo per svincolarsi dalla lezione di Manet, pittore a lungo amato in gioventù e da sempre ritenuto un modello, e per approdare al libero segno sulla tela, a quella libertà espressiva che negli anni Trenta preannuncia gli esiti di certa pittura informale. Il dialogo con le fonti artistiche, la frequentazione dei musei europei, la pittura dei contemporanei, lo portano a elaborare un personale approccio alla tela che rimarrà negli anni inconfondibile, come una cifra indelebile nella storia dell’arte italiana del Novecento.

La mostra, che raduna circa 150 opere tra dipinti e disegni, intende porre l’attenzione sul complesso mondo che caratterizza le passioni d’arte e la cultura dell’artista: l’inclinazione poetica, la passione antiquaria e collezionistica, il mondo musicale della lirica, l’indole del botanico naturalista e l’amore per il museo e le civiltà del passato.

Queste costanti, che lo seguono per tutta la sua straordinaria parabola creativa, costituiscono delle tappe fondamentali e divengono i cardini attorno a cui si snoda il suo maggiore impegno nella pittura. Il concetto alla base della mostra consiste infatti nel far ruotare attorno alle opere depisisiane una costellazione di riferimenti di altri autori, proponendo al pubblico un percorso articolato in sezioni.