Archivio per: 2022

Il Museo Ettore Fico presenta Il vuoto addosso, la nuova performance di Ruben Montini con un testo a cura di Elsa Barbieri.

Sette anni dopo “Think of me, sometimes”, realizzata insieme all’ex compagno, l’artista tedesco Alexander Pohnert, Ruben Montini torna al Museo Ettore Fico con “Il vuoto addosso”, reenactment della precedente performance.

La nuova azione sarà un tentativo, estremo come è nella natura della sua pratica performativa, di ricostruire l’immagine di quell’abbraccio che nel 2015 l’aveva stretto fino allo sfinimento.

In bilico tra pittura e fotografia le opere di Patrizia Mussa, riportano il mezzo fotografico e la tecnica della coloritura a mano a una dimensione atemporale.

Il fare minuzioso e la tecnica della coloritura a mano a una dimensione atemporale, il fare minuzioso del riempimento degli spazi stampati con delicatissime sfumature di colori pastello, infondono nello spettatore uno straniamento che determina nella sua osservazione uno stacco dal presente per ricondurre il manufatto in una sfera atemporale e irreale.

Troppo a lungo l’opera pittorica di Ettore Fico è stata ingiustamente confinata entro i limiti ristretti dell’arte regionale piemontese legata a stilemi post-casoratiani o inversamente tardo-futuristi.

Un afflato anticampanilistico, vitale ed europeo travalica la sua opera fin dagli esordi pittorici da autodidatta o nell’atelier accademico del maestro Luigi Serralunga.

Attraverso un corpus assai vasto di oli, tempere, acquerelli, pastelli, incisioni e disegni, che conta alcune migliaia di opere, Ettore Fico ci parla di un mondo intimo e privato, pochissimo popolato, abitato più che dalle persone, dagli oggetti del suo studio, dai fuori del suo giardino, dalle modelle dall’atelier, dagli animali domestici che hanno sempre un nome e da impressioni coloristiche, sempre in bilico tra realtà e irrealtà.

Per i 12 anni del “Premio Ettore e Ines Fico” che il museo celebra con una sorta di miscellanea coinvolgendo le diverse collezioni conservate nei suoi depositi – per volontà diretta o indotta – che vanno dal lascito Luigi Serralunga, dal fondo di opere di Ettore e Ines Fico, dalla Donazione Renato Alpegiani, dalle collezioni dei Premi del MEF – destinati ai giovani artisti – e, infine, a una parte della collezione del Museo costruita negli anni della resistenza.

Luca Pignatelli presenta una mostra antologica composta da cinquanta opere che coprono l’arco della sua intera carriera, una sorta di “teatro della memoria” frutto di un eterogeneo archivio di tematiche personali e collettive di epoche antiche e contemporanee tutte immagini ricorrenti nella sua vasta produzione.

Le opere, installate nelle sale al piano terra del museo, saranno alternate a creazioni site-specific, prodotte in particolare nell’ultimo decennio in cui predomina l’astrazione sulla figurazione.

Questa fase più recente del lavoro di Pignatelli, che si potrebbe definire “aniconica”, è fortemente caratterizzata da campiture monocrome e da colori terrosi e sordi su cui però predominano i rossi, da quello cinabro ai verniglioni squillanti. Verranno comunque presentate tutte le tematiche che lo hanno reso celebre dai grandi panorami del mondo industriale del primo Novecento alle prime città meccanizzate, dalle ciminiere con i fumi scuri ai paesaggi urbani sempre più congestionati, dagli aerei da combattimento alle navi da guerra.

Saranno inoltre presenti in mostra le figure appartenenti alla cultura classica della Grecia antica e della Roma imperiale, teste scultoree, statue e divinità mitologiche.

La mostra è curata da Luca Beatrice e realizzata in collaborazione con la galleria Poggiali (Firenze, Milano, Pietrasanta). In catalogo è pubblicato un lungo dialogo fra l’artista e il critico.

Alessandro Scarabello è in assoluto uno dei giovani talenti italiani che può dialogare, in modo paritario, con le avanguardie internazionali contemporanee ed è stato il vincitore nel 2020 del “Premio Ettore e Ines Fico”, che ogni anno viene attribuito dal Mef durante Artissima a un artista che si sia particolarmente distinto sulla scena internazionale.

La mostra “Repetition kills”, curata da Andrea Busto direttore e presidente del Museo Ettore Fico, è composta da una ventina di grandi oli su tela che rappresentano e testimoniano come negli ultimi anni l’artista abbia saputo coniugare alle forme fantasmatiche di ectoplasmi pittorici la storia e la cultura contemporanea.

Evocazioni al limite dell’astrazione, Scarabello convoglia nelle sue opere un’impressionante quantità di informazioni estetiche che vanno da Balthus a Luc Tuymans, da Scipione all’ultimo Tiziano, in cui tutto si stratifica in una stesura al confine tra figurazione e astrazione.