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2016
La mostra è parte di un progetto triennale che presenta al pubblico una fra le più importanti raccolte di fotografia a livello nazionale: la Collezione Guido Bertero.
Da Berengo Gardin a Giacomelli, Migliori, Patellani, fino a Ghirri e Fontana, senza dimenticare la stagione dei “paparazzi” alla Secchiaroli, questa collezione racconta la storia italiana, fra società e costume. Un fondo costruito negli anni con coerenza e acume critico che, fin dai primi anni, ha accostato i grandi nomi della fotografia italiana a quelli della fotografia internazionale come Robert Capa, Henri Cartier-Bresson, Paul Strand, Walter Evans. La prima tappa di questo focus riguarderà la fotografia italiana del secondo dopoguerra.
La fotografia Neorealista. Trasmigrazioni dalla realtà rurale alla nuova prospettiva metropolitana 1945-1968 racconta i cambiamenti sociali e urbanistici che hanno riguardato il nostro Paese. Un documento visivo, costituito da oltre un centinaio di scatti vintage, che ritrae un’Italia in continuo cambiamento. Sono gli anni dei viaggi da sud a nord, la ricostruzione, il boom economico. Anni di vitale importanza che hanno definito il carattere e l’identità italiana e che oggi, più che mai, si configurano di estrema attualità per la presenza dei temi affrontati: le migrazioni, le trasformazioni urbanistiche.
Un periodo d’oro dell’arte italiana, con cui il Paese si impone nell’immaginario collettivo internazionale. Un processo messo in atto proprio dai linguaggi “neorealistici” della fotografia e del cinema. È quello che riescono a fare registi come Rossellini, De Sica, Visconti, Germi, Castellani, Lattuada e che va di pari passo agli scatti fotografici di quegli anni.
In mostra, il racconto del cambiamento: dalle stazioni del Sud ritratte da Enzo Sellerio, dalla Puglia di Mario Giacomelli, all’Emilia di Nino Migliori, fino ai ritratti dei braccianti di Fosco Maraini e i minatori di Federico Patellani.