Archivio

2023

MAGGI HAMBLING

On the Edge

a cura di: Andrea Busto
date: da giovedì 28 settembre a domenica 17 dicembre 2023
orari: dalle ore 14,30 alle 19,30

Maggi Hambling è nata a Sudbury nel Suffolk ed un’artista molto nota nel suo Paese mentre lo è meno in Italia. Hambling ha studiato East Anglian School of Painting and Drawing di Cedric Morris e Lett Haines, prima di frequentare le scuole d’arte di Ipswich (1962-64), Camberwell (1964-67) e Slade (1967-69).

Nel 1980 è stata invitata alla National Gallery di Londra come artista contemporaneo in residenza. La sue opere più conosciute sono i suoi Autoritratti e ritratti di figure note del suo tempo, tra cui il suo mentore, l’artista Lett Haines che morì nel 1978 e Francis Bacon. I ritratti vengono eseguiti con rapidi segni condensati, gestuali e stesi su uno sfondo bianco. All’interno di queste “turbolente” formazioni pittoriche, immagini più sciolte e astratte emanano una sincerità emotiva che scaturisce dal continuo impegno dell’artista con l’attualità della vita che trasmettono ambigui stati d’animo fra umorismo e dubbio, rabbia e gioia, vitalità e mortalità.

I più recenti dipinti (Edge), realizzati su tele verticali, ricordano la pittura cinese e i rotoli di carta dipinti a inchiostro, essi raffigurano montagne e distese polari attraverso audaci accumuli di indaco e bianco che suggeriscono contemporaneamente un deserto interiorepsicologico e un’ambientazione paesaggistica. Fra i suoi lavori più conosciuti ricordiamo la realizzazione del memoriale ad Oscar Wilde dal titolo A Conversation with Oscar Wilde che si trova a Londra a Trafalgar Square e The Scallop una scultura di oltre 4 metri dedicata a Benjamin Britten che si può osservare sulla spiaggia di Aldeburgh.

Nel 2020 desta polemiche la scultura dedicata alla “madre del femminismo” Mary Wollstonecraft, definita dalle femministe come una «decorazione di Natale da sito porno»; le femministe si sono inoltre chieste: «Si è mai vista una statua di Dickens con le palle di fuori?». Bee Rwolatt, la presidente della società promotrice della campagna per restituire «la presenza di Mary in forma fisica», ha cercato di difendere l’opera, ma con scarsi risultati: Emily Cockn ha commentato: «Finalmente un riconoscimento pubblico che le donne nel Diciottesimo secolo erano completamente nude ed estremamente piccole»; mentre Jojo Moyes ha ironizzato con «sarebbe stato carino commemorare Mary Wollstonecraft con i vestiti addosso: non si vedono molte statue di politici maschi senza mutande». La Hambling si è difesa sostenendo che «deve essere nuda perché i vestiti definiscono le persone. Per quanto mi riguarda, ha più o meno la forma che tutte vorremmo avere».