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Maïmouna Guerresi (Vicenza, 1951) è un’artista multimediale italo-senegalese, che opera con la fotografia, la scultura, il video e le installazioni. Nel suo percorso artistico ha sviluppato una visione affascinante e introspettiva sulle molteplici prospettive della sua vita all’interno di due culture: europea e africana. Ha letteralmente collegato questi mondi e il suo impegno per la spiritualità sufi. Usando un linguaggio visivo ibrido, Maïmouna Guerresi comunica la bellezza della diversità culturale, mentre contempla le molte questioni relative alla vita contemporanea di una società multietnica. L’arte e la letteratura islamica forniscono una fonte inesauribile di ispirazione per il suo lavoro, con le loro rivelazioni mistiche, metafore, intuizioni, versetti sacri e poteri taumaturgici. Le sue opere riaffermano un’energia femminile universalmente riconoscibile che si traduce in evoluzione spirituale, mentre allo stesso tempo decontestualizza e decolonizza le varie idee stereotipate delle donne nel mondo islamico.
Le sue creazioni scultoree, quasi architettoniche, combinano i volti e i corpi dei soggetti con lo spazio circostante. Alcuni sembrano fluttuare, privi di corpo, mentre i loro veli celano un antro profondo e oscuro, come una rappresentazione simbolica del mistero. Guerresi presenta una prospettiva intima sulla spiritualità umana in relazione al misticismo, gettando una nuova luce sulla comunità e sull’anima, fortemente influenzata dalle tradizioni sufi in Senegal, Sudan e Marocco. Metafore ricorrenti come il latte, la luce, l’hijab e la natura creano una consapevolezza delle vitali qualità unificanti della spiritualità islamica. Le immagini sono narrazioni delicate con sequenze fluide, un apprezzamento dell’umanità condivisa oltre i confini: psicologici, culturali e politici. Il suo lavoro è rappresentato dalla galleria Mariane Ibrahim.