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Con una selezione di 186 opere il MEF – Museo Ettore Fico ha il piacere di presentare, in collaborazione con la Donation Jacques Henri Lartigue, una mostra antologica di uno dei più significativi fotografi del Novecento.

La mostra, realizzata a partire da 130 album originali di Lartigue, ripercorre il destino unico di questo fotografo il cui talento ora indiscusso venne riconosciuto tardivamente, all’età di 69 anni. La mostra è composta da 136 fotografie in grande formato e da 50 pagine d’album dell’epoca (1912 – 1922) che permettono di vedere le immagini nel contesto originale. Una selezione di opere emblematiche che ripercorrono tutta la storia del Novecento e le origini della fotografia contemporanea.

Copertoni, sedie, tavoli, panchine, cassonetti della spazzatura, arredi urbani dismessi, imballaggi… Sono questi i materiali scultorei preferiti da Anita Molinero, esposti nella loro grezza povertà nei primi lavori degli anni Ottanta e poi manipolati, tagliati e plasmati attraverso il fuoco nella produzione successiva.

La mostra Anita Molinero comprende opere e installazioni che presentano una panoramica di lavori realizzati recentemente e disseminati negli spazi di tutto il Museo, in dialogo con la mostra Plastic Days.

L’artista realizzerà inoltre una serie di sculture site-specific con materiali plastici – in particolare cassonetti della spazzatura, elementi di carrozzeria automobilistica come paraurti, fari, fanali – recuperati durante la sua permanenza a Torino.

Anita Molinero per K-Way BasicNet

Con la mostra di Anita Molinero iniziano le incursioni del MEF nei territori della creazione contemporanea. Muovendosi dalla mission di un museo che non vuole essere “solo museo”, ma un vivace luogo di scambio e un attivatore di processi creativi, il MEF inaugura una serie di collaborazioni trasversali, partendo dalla moda.

Primo partner, lo storico marchio di abbigliamento BasicNet. Per l’occasione, la casa torinese realizzerà un k-way progettato da Anita Molinero: l’impermeabile sarà prodotto esclusivamente durante il periodo della mostra, diventando un vero e proprio multiplo indossabile.

Per alcuni mesi, sui marciapiedi di Barriera di Milano, sono comparsi disegni magici, cerchi sull’asfalto realizzati con semplici gessetti. Fiori nel deserto, piccoli gesti di bellezza.

In mostra nelle sale di B-ARS, la caffetteria-bistrot del MEF, una serie di 8 “protocolli” di Alessandro Bulgini: documenti fotografici delle azioni realizzate dall’artista nello spazio urbano.

Giacomo De Vito nasce nel 1976 a Milano.

Nel 2006 si è diplomato in illustrazione allo IED, l’Istituto Europeo di Design. Da lì a poco le sue opere iniziano a palesare l’interesse per il cubismo e l’espressionismo, rimanendo caratterizzate da una spontaneità che conserva la brutalità dell’ispirazione. Nel 2010 si tiene la sua prima mostra personale, dal titolo “Maschere e Trasfigurazioni”, curata da Françoise Calcagno, mentre nel 2012 partecipa a “Lo Stato dell’Arte”, Padiglione Italia, Biennale di Venezia, a cura di Vittorio Sgarbi con la presentazione di Jean Blanchaert.

Le tecniche di cui si avvale sono l’acrilico e il pastello ad olio, impiegati sia su carta che su tela. Il linguaggio di De Vito privilegia i colori accesi, aspri, antinaturalistici, i volumi semplificati dai contorni pesanti, frutto di un segno aggressivo, irregolare, deformato. Le disarmonie e le alterazioni affermano un’estetica primitiva, rude, perturbata, volta ad esprimere la propria interiorità senza edulcorazioni o idealizzazioni.

Del 2018 è la mostra “Burning down the house” presso la Galleria Gli Acrobati a Torino, curata da Francesco Sena. Nella serie di lavori più recenti l’artista impiega anche la tecnica del collage, sovrapponendo alla pittura tessuti di vario genere.

Giacomo De Vito vive e lavora a Torino.

Le opere del duo torinese Alis/Filliol, allestite negli ampi e scenografici spazi del MEF, dialogano con le opere di Ettore Fico per creare un ponte tra pittura e scultura, tra moderno e contemporaneo, mettendo a confronto i diversi processi della produzione artistica.

Un corpus di oltre 250 opere inedite, provenienti dalle collezioni, allestite in una mostra antologica che percorre sessant’anni della produzione artistica di Ettore Fico.

La mostra propone gli aspetti più inediti e di ricerca del percorso del Maestro, dalle esperienze astratte a quelle più geometriche, dalle impressioni delineate dai sottili tocchi di colore puro alle pennellate materiche e informali.

Un’arte che affonda le radici in una dimensione legata alle straordinarie esperienze della pittura internazionale e a un’interpretazione degli oggetti e dei paesaggi permeata da un senso di poesia.